Camillo De Nardis
Camillo De Nardis è noto per aver infuso nelle sue composizioni uno stile melodioso, una chiarezza armonica e una strumentazione raffinata. Le sue opere riflettono un profondo legame con la musica popolare della sua terra natale, l'Abruzzo, e sono state ampiamente trascritte e adattate sia per banda che per orchestra.
Egli nacque il 26 maggio 1857 a Orsogna, un piccolo comune in provincia di Chieti. Fin da giovane mostrò un talento precoce per la musica, che lo portò a studiare al Conservatorio di San Pietro a Majella di Napoli. Qui ebbe l'opportunità di formarsi sotto la guida di illustri maestri, affinando le sue competenze sia nella composizione che nella direzione d'orchestra. Dopo il diploma, De Nardis iniziò una brillante carriera come direttore e compositore. Lavorò in vari teatri e conservatori italiani, guadagnandosi una reputazione di grande rispetto nell'ambito musicale. Diede un notevole contributo nel campo della musica bandistica, dove riuscì a portare una nuova vitalità e profondità espressiva. |
De Nardis divenne direttore del Conservatorio di Palermo e, successivamente, di quello di Napoli, influenzando molte generazioni di musicisti. La sua attività didattica fu affiancata da un'intensa produzione compositiva, che spaziava dalle opere per banda ai lavori orchestrali e vocali.
De Nardis fu autore di balletti, opere teatrali, brani orchestrali, di musica sacra, da camera e di un oratorio. Egli si ispirò spesso alla musica popolare abruzzese per le sue composizioni. Citiamo ad esempio "Serenata Abruzzese", le "Canzonette Abruzzesi", "Chant d'Amour" e le "Scene abruzzesi".
Morì il 5 agosto 1951, lasciando un'eredità musicale che continua a essere celebrata e studiata.
De Nardis fu autore di balletti, opere teatrali, brani orchestrali, di musica sacra, da camera e di un oratorio. Egli si ispirò spesso alla musica popolare abruzzese per le sue composizioni. Citiamo ad esempio "Serenata Abruzzese", le "Canzonette Abruzzesi", "Chant d'Amour" e le "Scene abruzzesi".
Morì il 5 agosto 1951, lasciando un'eredità musicale che continua a essere celebrata e studiata.
Il Giudizio Universale
La sinfonia per banda "Il Giudizio Universale" di Camillo De Nardis è stata composta nel 1878. È importante sfatare subito l’idea che questo pezzo sia nato per orchestra, dato che in Italia è stato conosciuto molto di più in questa veste. La versione per orchestra è postuma, risalente a due anni dopo rispetto all’edizione bandistica, che fu premiata nel 1878 al concorso nazionale di composizione per banda di Napoli. Tuttavia, questo brano rimase nascosto per mezzo secolo fino al 1934, quando fu riscoperto e pubblicato per la prima volta in America grazie ad Antonio Cafarella, uno dei tanti direttori di banda italiani emigrati negli Stati Uniti. La pubblicazione avvenne presso la Carl Fischer e ottenne subito un grande successo. In Italia, però, rimase quasi sconosciuto fino a tempi recenti, grazie alla riedizione per organico moderno di Franco Cesarini. Infatti, "Il Giudizio Universale" è tuttora più eseguito e conosciuto negli USA che in Italia, entrando quasi a far parte della loro letteratura storica piuttosto che della nostra.
"Il Giudizio Universale" riflette le tipiche tinte dell’epoca, richiamando i grandi melodrammi italiani, e si struttura in una forma articolata: Allegro con fuoco - Maestoso - Moderato assai - Allegro. Il brano è chiaramente concepito per descrivere l’episodio biblico del giudizio universale, offrendo una narrazione musicale vivida e drammatica di questo evento solenne.
L'introduzione è caratterizzata da un tema molto agitato, con sbalzi dinamici che evocano un senso di agitazione e esitazione per le colpe commesse, seguito da momenti di severità, rimprovero e riflessione. Successivamente, un breve momento cameristico eseguito da pochi strumenti introduce un tema leggero, che può rappresentare l'ingenuità e la purezza. Tuttavia, questo tema presto si aggrava, riportando l'agitazione iniziale.
Segue una sezione che evoca le tenebre e il timore divino, concludendo la prima parte del brano. Le trombe annunciano "il coro degli angeli" con estrema severità, prefigurando il giudizio divino. A questo punto, torna la frenesia e la paura, coesistendo con il ricordo del severo coro angelico, trasformandosi presto in una preghiera supplicante pietà.
La terza parte introduce un tema di particolare lirismo e leggerezza, offrendo un momento di distensione, quasi come la quiete dopo la tempesta. Il brano si conclude riprendendo questo ultimo tema, sviluppato in forma di finale con una strumentazione e una ritmica che richiamano molto la tradizione della marcia sinfonica italiana.
"Il Giudizio Universale" riflette le tipiche tinte dell’epoca, richiamando i grandi melodrammi italiani, e si struttura in una forma articolata: Allegro con fuoco - Maestoso - Moderato assai - Allegro. Il brano è chiaramente concepito per descrivere l’episodio biblico del giudizio universale, offrendo una narrazione musicale vivida e drammatica di questo evento solenne.
L'introduzione è caratterizzata da un tema molto agitato, con sbalzi dinamici che evocano un senso di agitazione e esitazione per le colpe commesse, seguito da momenti di severità, rimprovero e riflessione. Successivamente, un breve momento cameristico eseguito da pochi strumenti introduce un tema leggero, che può rappresentare l'ingenuità e la purezza. Tuttavia, questo tema presto si aggrava, riportando l'agitazione iniziale.
Segue una sezione che evoca le tenebre e il timore divino, concludendo la prima parte del brano. Le trombe annunciano "il coro degli angeli" con estrema severità, prefigurando il giudizio divino. A questo punto, torna la frenesia e la paura, coesistendo con il ricordo del severo coro angelico, trasformandosi presto in una preghiera supplicante pietà.
La terza parte introduce un tema di particolare lirismo e leggerezza, offrendo un momento di distensione, quasi come la quiete dopo la tempesta. Il brano si conclude riprendendo questo ultimo tema, sviluppato in forma di finale con una strumentazione e una ritmica che richiamano molto la tradizione della marcia sinfonica italiana.
Esecuzione della Liszt Ferenc Academy Symphonic Band di Budapest
Direttore László Marosi
Direttore László Marosi