Gustav Holst
Un pioniere della musica bandistica
Gustav Holst, noto compositore britannico del XX secolo, ha lasciato un'impronta indelebile nel mondo della musica bandistica grazie alle sue innovative composizioni e alla sua visione artistica. In questa panoramica esploreremo due delle sue opere più significative per banda: la "First Suite for Military Band in Eb" e la "Second Suite in F Op. 28 No. 2".
Biografia
Gustav Holst è stato un compositore inglese del periodo romantico e moderno, nato nel 1874 e deceduto nel 1934. È principalmente conosciuto per la sua composizione più famosa, "The Planets" (I pianeti), una suite orchestrale composta tra il 1914 e il 1917. Oltre a questo lavoro iconico, Holst scrisse molta musica orchestrale, corale e da camera.
Holst nacque a Cheltenham, in Inghilterra, e mostrò un talento musicale fin dalla giovane età. Studiò composizione al Royal College of Music a Londra e in seguito divenne direttore della Hammersmith Socialist Choir, esperienza che influenzò le sue opinioni politiche e sociali.
La musica di Holst è caratterizzata da uno stile individuale che combina elementi del romanticismo tardivo con influenze più moderne, tra cui il neoclassicismo e il folk britannico. Oltre alla sua attività compositiva, Holst fu anche un insegnante molto stimato e influente. Tra i suoi studenti più noti vi fu Ralph Vaughan Williams, un altro compositore inglese di grande rilievo.
Holst rimane una figura di spicco nella storia della musica britannica e continua ad essere ammirato per la sua originalità e la sua capacità di fondere tradizioni musicali diverse in un linguaggio espressivo e personale. Le sue contribuzioni al repertorio bandistico sono rilevanti e influenti quanto quelle orchestrali.
Holst nacque a Cheltenham, in Inghilterra, e mostrò un talento musicale fin dalla giovane età. Studiò composizione al Royal College of Music a Londra e in seguito divenne direttore della Hammersmith Socialist Choir, esperienza che influenzò le sue opinioni politiche e sociali.
La musica di Holst è caratterizzata da uno stile individuale che combina elementi del romanticismo tardivo con influenze più moderne, tra cui il neoclassicismo e il folk britannico. Oltre alla sua attività compositiva, Holst fu anche un insegnante molto stimato e influente. Tra i suoi studenti più noti vi fu Ralph Vaughan Williams, un altro compositore inglese di grande rilievo.
Holst rimane una figura di spicco nella storia della musica britannica e continua ad essere ammirato per la sua originalità e la sua capacità di fondere tradizioni musicali diverse in un linguaggio espressivo e personale. Le sue contribuzioni al repertorio bandistico sono rilevanti e influenti quanto quelle orchestrali.
First Suite for Military Band in Eb
Nel 1909, Holst presentò la sua "First Suite for Military Band in Eb", una pietra miliare nella storia della musica bandistica. La suite è stata composta per un festival a Londra poi saltato, cosicché la prima esecuzione avvenne nel 1920 per mano della banda della Royal Military School of Music di Londra.
Questa suite introduce un organico bandistico moderno e definisce il ruolo della banda come entità artistica autonoma
Nell’Europa di inizio novecento la banda si esibiva in brani di questo calibro solo in rarissime occasioni. Prima di Holst e Granger l’organico bandistico era instabile e in perenne evoluzione. Il suo ruolo era relegato all’accompagnamento di marce, sfilate, parate militari, se non per i piccoli gruppi di fiati provenienti dalla tradizione della musica da camera “colta”. Una notevole spinta era avvenuta con la rivoluzione francese dove enormi organici (fino a 200 o più esecutori) suonavano per infervorare le piazze. Il termine Military Band sta proprio ad indicare l’organico moderno della banda, a differenza invece del termine band, con il quale si chiamavano le bande di soli ottoni.
L’organico originale pensato da Holst è questo:
ottavino in re, flauto, 2 oboi, clarinetti 1-2-3, sassofoni alto e tenore, clarinetto basso, 2 fagotti, 2 cornette, 2 trombe in mib e 2 in sib, 2 corni in fa e 2 in mib, 3 tromboni, eufonio, bombarda, contrabbasso a corde, timpani e percussioni.
L’organico originale pensato da Holst è questo:
ottavino in re, flauto, 2 oboi, clarinetti 1-2-3, sassofoni alto e tenore, clarinetto basso, 2 fagotti, 2 cornette, 2 trombe in mib e 2 in sib, 2 corni in fa e 2 in mib, 3 tromboni, eufonio, bombarda, contrabbasso a corde, timpani e percussioni.
Struttura e caratteristiche
La suite è divisa in tre movimenti: la ciaccona, l'intermezzo e la marcia. Ogni movimento presenta una varietà di temi melodici inventati da Holst, esplorando una vasta gamma di timbri e tecniche compositive.
La ciaccona, primo movimento. Si presenta con un lento e semplicissimo tema iniziale proposto dagli strumenti gravi (già questo è inconsueto quanto geniale) e successive 15 variazioni. Il suo procedere lento e grave si evolve in una sorta di continuo crescendo fino al grandioso finale. Nel suo insieme questo movimento presenta, soprattutto per l’epoca, una tavolozza assolutamente innovativa delle possibilità timbriche che può offrire questo organico.
Il secondo movimento, l’Intermezzo. Il tema di questo movimento è basato sulle prime 5 note della ciaccona ma il carattere è fresco e vivace con diversi interventi solistici e spunti ritmici in levare.
Il terzo movimento, la marcia. Dopo un impulsivo inizio e una breve introduzione arriva subito il trio seguito da un intermezzo (Dogfight) con una sorta di dialogo e incastro di frammenti dei temi precedenti. Questo aumenta in modo interessante la tensione fino allo sfarzoso finale. Rispecchia assolutamente lo stile britannico.
La suite è divisa in tre movimenti: la ciaccona, l'intermezzo e la marcia. Ogni movimento presenta una varietà di temi melodici inventati da Holst, esplorando una vasta gamma di timbri e tecniche compositive.
La ciaccona, primo movimento. Si presenta con un lento e semplicissimo tema iniziale proposto dagli strumenti gravi (già questo è inconsueto quanto geniale) e successive 15 variazioni. Il suo procedere lento e grave si evolve in una sorta di continuo crescendo fino al grandioso finale. Nel suo insieme questo movimento presenta, soprattutto per l’epoca, una tavolozza assolutamente innovativa delle possibilità timbriche che può offrire questo organico.
Il secondo movimento, l’Intermezzo. Il tema di questo movimento è basato sulle prime 5 note della ciaccona ma il carattere è fresco e vivace con diversi interventi solistici e spunti ritmici in levare.
Il terzo movimento, la marcia. Dopo un impulsivo inizio e una breve introduzione arriva subito il trio seguito da un intermezzo (Dogfight) con una sorta di dialogo e incastro di frammenti dei temi precedenti. Questo aumenta in modo interessante la tensione fino allo sfarzoso finale. Rispecchia assolutamente lo stile britannico.
La registrazione è stata eseguita dalla United States Marine Band, diretta per l’occasione dal grandioso Frederick Fennell.
Divisione dei tempi: 1. Chaconne min 0,00 - Intermezzo min 4,49 - 3. March 7,38
Divisione dei tempi: 1. Chaconne min 0,00 - Intermezzo min 4,49 - 3. March 7,38
Second Suite in F Op. 28 No. 2
Nel 1911, Holst creò la sua "Second Suite in F Op. 28 No. 2", un'altra opera rivoluzionaria che incorpora melodie popolari britanniche nel contesto bandistico.
La composizione subì le stesse sorti della prima suite: la prima esecuzione pubblica arrivò solo nel 1922 tramite la Royal Military School of Music alla Royal Albert Hall di Londra.
Origine del materiale tematico
A differenza della prima suite, quest'opera trae ispirazione da tradizionali melodie del folklore britannico. Holst, seguendo l'esempio di compositori come Brahms e Dvořák, dimostra come la musica popolare possa essere integrata in composizioni di alto livello artistico. Brahms e Dvořák fecero infatti largo uso della musica popolare nelle loro composizioni più celebri, rispettivamente le “Danze Ungheresi” per Brahms e le “Danze Slave” per Dvořák. Questo aspetto, che al giorno d’oggi può sembrare scontato, era invece estremamente innovativo, specie nella musica per banda, e fu ripreso da altri compositori illustri quali Grainger e Ralph Vaughan Williams.
Struttura e tecnica compositiva
La suite è suddivisa in quattro movimenti, ciascuno basato su una diversa melodia popolare britannica. Holst sfrutta varie tecniche compositive, includendo stili a blocchi, sviluppi orizzontali e contrasti ritmici per creare un'esperienza musicale coinvolgente e dinamica. A differenza di quanto accade nella seconda suite la prima è tutta sviluppata su materiale melodico inventato da Holst.
La suite contiene sette melodie, distribuite nei vari movimenti come segue:
Nel primo ad esempio vediamo uno stile cosiddetto a blocchi (verticali), ossia una esecuzione lineare del tema supportato da un andamento armonico verticale che ne evidenzia e cadenza il ritmo.
Il secondo movimento presenta una melodia con un accompagnamento armonico che si sviluppa in orizzontale. Si nota una tensione armonica durante la prima esposizione, che sfocia in un più disteso sviluppo arricchito da una serie di arpeggi che continuamente variano colore. Questo sviluppo evolve fino a un "geniale" spegnersi del tema principale, lasciando spazio a una chiusura affidata solamente all'armonia di base. Quest'ultima gradualmente perde in velocità e colore timbrico, iniziando dal clarinetto e passando per il sax alto, per poi concludere con eufonio e tuba.
Nel terzo movimento della suite, Holst utilizza uno sviluppo ritmico alternando le misure 4/4 e 3/4. La melodia è dedicata a un fabbro che, sporco di fuliggine e con un passo pesante e malandato, svolgeva con tenacia il suo lavoro ritmico, anche se non sempre in modo regolare. Da qui nasce la volontà di accentuare questi aspetti attraverso un andamento irregolare e molto marcato, che è anche breve nel suono. Oggi può sembrare una soluzione ovvia, ma all'epoca non lo era affatto: Holst ha inserito il suono dell'incudine nella composizione originale, esaltando ulteriormente la "storia" e l'origine del brano.
Nel quarto movimento invece le due melodie presentate si fondono in contrappunto. Ci sono difficoltà notevoli dovute alla velocità e al mantenimento dello stile delle danze, il che non è scontato per l’organico bandistico, naturalmente incline a suonare forte e pesante. Le difficoltà si notano in particolare, a partire al minuto 9:25, quando il tema principale ricompare in tempo ternario insieme al secondo tema in ¾: sebbene ci siano sempre sei ottavi in totale, gli accenti ritmici sono diversi, rendendo difficile mantenere autonomia ritmica e stile distinti. È importante notare che nessuno dei due temi è più importante dell'altro e nessuno può restare nell'ombra.
È sorprendente il ponte che segue il crescendo orchestrale a (10:10), che conduce a un finale grandioso che ripropone la sovrapposizione contrappuntistica e poliritmica dei due temi. Il finale, con il duetto tra tuba e ottavino (poi ripreso anche da Derek Bourgeois nella sua "Serenade"), è geniale e altrettanto inaspettato, anticipando l'ultimo accordo improvviso di tutta la banda.
Questa caratteristica del contrasto timbrico, particolarmente accentuata nel finale, è presente in tutta la suite, dove i vari colori della banda sono esaltati attraverso questi giochi antifonali. Holst sembra voler dimostrare le potenzialità espressive, tecniche e soprattutto timbriche dell'ensemble bandistico, cercando di esaltarne le capacità artistiche e di dare il giusto risalto a questo nobile organico
La composizione subì le stesse sorti della prima suite: la prima esecuzione pubblica arrivò solo nel 1922 tramite la Royal Military School of Music alla Royal Albert Hall di Londra.
Origine del materiale tematico
A differenza della prima suite, quest'opera trae ispirazione da tradizionali melodie del folklore britannico. Holst, seguendo l'esempio di compositori come Brahms e Dvořák, dimostra come la musica popolare possa essere integrata in composizioni di alto livello artistico. Brahms e Dvořák fecero infatti largo uso della musica popolare nelle loro composizioni più celebri, rispettivamente le “Danze Ungheresi” per Brahms e le “Danze Slave” per Dvořák. Questo aspetto, che al giorno d’oggi può sembrare scontato, era invece estremamente innovativo, specie nella musica per banda, e fu ripreso da altri compositori illustri quali Grainger e Ralph Vaughan Williams.
Struttura e tecnica compositiva
La suite è suddivisa in quattro movimenti, ciascuno basato su una diversa melodia popolare britannica. Holst sfrutta varie tecniche compositive, includendo stili a blocchi, sviluppi orizzontali e contrasti ritmici per creare un'esperienza musicale coinvolgente e dinamica. A differenza di quanto accade nella seconda suite la prima è tutta sviluppata su materiale melodico inventato da Holst.
La suite contiene sette melodie, distribuite nei vari movimenti come segue:
- 1° movimento (0,00): Morris dance - Swansea Town (0,50) (con uno splendido tema dell’eufonio) e Claudy Banks (1,50) in un danzante 6/8.
- 2° movimento (4,25): I’ll love my love
- 3°movimento (7,08): Song of the Blacksmith
- 4°movimento (8,30): Dargason e Greensleeves.
Nel primo ad esempio vediamo uno stile cosiddetto a blocchi (verticali), ossia una esecuzione lineare del tema supportato da un andamento armonico verticale che ne evidenzia e cadenza il ritmo.
Il secondo movimento presenta una melodia con un accompagnamento armonico che si sviluppa in orizzontale. Si nota una tensione armonica durante la prima esposizione, che sfocia in un più disteso sviluppo arricchito da una serie di arpeggi che continuamente variano colore. Questo sviluppo evolve fino a un "geniale" spegnersi del tema principale, lasciando spazio a una chiusura affidata solamente all'armonia di base. Quest'ultima gradualmente perde in velocità e colore timbrico, iniziando dal clarinetto e passando per il sax alto, per poi concludere con eufonio e tuba.
Nel terzo movimento della suite, Holst utilizza uno sviluppo ritmico alternando le misure 4/4 e 3/4. La melodia è dedicata a un fabbro che, sporco di fuliggine e con un passo pesante e malandato, svolgeva con tenacia il suo lavoro ritmico, anche se non sempre in modo regolare. Da qui nasce la volontà di accentuare questi aspetti attraverso un andamento irregolare e molto marcato, che è anche breve nel suono. Oggi può sembrare una soluzione ovvia, ma all'epoca non lo era affatto: Holst ha inserito il suono dell'incudine nella composizione originale, esaltando ulteriormente la "storia" e l'origine del brano.
Nel quarto movimento invece le due melodie presentate si fondono in contrappunto. Ci sono difficoltà notevoli dovute alla velocità e al mantenimento dello stile delle danze, il che non è scontato per l’organico bandistico, naturalmente incline a suonare forte e pesante. Le difficoltà si notano in particolare, a partire al minuto 9:25, quando il tema principale ricompare in tempo ternario insieme al secondo tema in ¾: sebbene ci siano sempre sei ottavi in totale, gli accenti ritmici sono diversi, rendendo difficile mantenere autonomia ritmica e stile distinti. È importante notare che nessuno dei due temi è più importante dell'altro e nessuno può restare nell'ombra.
È sorprendente il ponte che segue il crescendo orchestrale a (10:10), che conduce a un finale grandioso che ripropone la sovrapposizione contrappuntistica e poliritmica dei due temi. Il finale, con il duetto tra tuba e ottavino (poi ripreso anche da Derek Bourgeois nella sua "Serenade"), è geniale e altrettanto inaspettato, anticipando l'ultimo accordo improvviso di tutta la banda.
Questa caratteristica del contrasto timbrico, particolarmente accentuata nel finale, è presente in tutta la suite, dove i vari colori della banda sono esaltati attraverso questi giochi antifonali. Holst sembra voler dimostrare le potenzialità espressive, tecniche e soprattutto timbriche dell'ensemble bandistico, cercando di esaltarne le capacità artistiche e di dare il giusto risalto a questo nobile organico
1° movimento (0,00): Morris dance, Swansea Town (0,50) e Claudy Banks (1,50)
2° movimento (4,25): I’ll love my love
3°movimento (7,08): Song of the Blacksmith
4°movimento (8,30): Dargason e Greensleeves.
2° movimento (4,25): I’ll love my love
3°movimento (7,08): Song of the Blacksmith
4°movimento (8,30): Dargason e Greensleeves.